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Inchiesta a cura delle classi III A LES del Liceo Mazzini di spezia e III E LES del Liceo Pertini di Genova
I RISULTATI LINK
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“Se fai piani per un anno, semina grano.
Se fai piani per un decennio, pianta alberi.
Se fai piani per la vita, istruisci ed educa le persone.”
Proverbio cinese
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“L’umanità si divide in due categorie:
quelli che s’alzan tardi e quelli che
s’alzan presto.
I primi se ne stanno tranquilli e
buoni.
Gli altri, invece, sostengono a spada tratta
la necessità di tutti di alzarsi presto”
Achille Campanile
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La sala è piena zeppa di persone in attesa di ascoltare il concerto, ma la sera è una di quelle in cui non ne va una dritta. Il pianoforte che aveva richiesto non è arrivato. Dei due che gli hanno fatto vedere, gli portano per errore quello che non aveva scelto; infatti non è revisionato e si può suonare solo la parte centrale della tastiera, i bassi sono sordi e gli alti troppo acuti. Keith Jarreth è stanco per il lungo viaggio che dalla Svizzera lo ha portato sino a Colonia, si siede alla tastiera e controvoglia inizia a suonare. Lento, diffidente. Quella sera improvvisa il concerto della vita.
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Barry Schwartz è uno psicologo americano, così si legge nelle sue note biografiche, ma gli steccati disciplinari gli vanno stretti: lui è anche un filosofo nel senso più ampio del termine, perché aiuta a riflettere in profondità sulle cose. In questo video parla di regole e di etica e di scuola e di noi.
Nell’articolo del “Financial Times” (Regno Unito), tradotto in italiano e pubblicato su “Internazionale” (n*1326), si sostiene tra l’altro che le ragioni della crisi economica mondiale sono da ricercare nella rendita e nella ipertrofia della finanza senza controllo.
“Un aspetto negativo della rendita è l’elusione fiscale. Le società per azioni godono dei beni pubblici -sicurezza, sistema giudiziario, infrastrutture, manodopera istruita, stabilità sociopolitica- forniti dalle più potenti democrazie liberali. Ma allo stesso tempo si trovano in una posizione perfetta per sfruttare le scappatoie della normativa fiscale, soprattutto quelle per cui è difficle determinare il luogo di produzione dell’innovazione.”
“Anche se ognuna delle nostre aziende persegue i suoi interessi, noi tutti condividiamo un impegno fondamentale nei confronti di tutte le parti interessate” Estratto da un documento US Business Roundtable che rappresenta 181 amministratori delegati delle più grandi aziende del mondo.
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Un tempo gli operai non erano servi.
Lavoravano.
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.
La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.
Era naturale, era inteso. Era un primato.
Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in
modo proporzionale al salario.
Non doveva essere ben fatta per il padrone,
né per gli intenditori, né per i clienti del padrone.
Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.
Una tradizione venuta, risalita dal profondo della razza,
una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia
fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con
la medesima perfezione delle parti che si vedevano.
Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga.
Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione.
Il lavoro stava là. Si lavorava bene.
Non si trattava di essere visti o di non essere visti.
Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto.
Charles Pèguy – L’argent – 1914
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