Una questione di tempo…

Hourglass - Clessidra by Lo_straniero

La rete ti imbriglia nelle sue maglie…navighi navighi e non ti fermi più. Bene, mentre girovagavo senza meta (e soprattutto senza voglia di andare a dormire), mi sono imbattuta in questa storia. L’ho trovata interessante e ho pensato di proporla anche qui…E poi a noi piacciono le storie, ci piace leggerle e raccontarle no?

Un uomo era seduto in una stazione della metropolitana di Washington DC e iniziò a suonare il violino, era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo lasso di tempo, poiché era l’ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro con l’ intento di andare a lavorare. Passarono tre minuti e un uomo di mezza età notò che c’era un musicista che suonava. Rallentò il passo, si fermò per alcuni secondi, e poi si affrettò per riprendere il tempo perso. Un minuto dopo il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna lanciò il denaro nella cassettina e, senza neanche fermarsi, continuò a camminare.
Pochi minuti dopo qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma poi guardò l’orologio e ricominciò a camminare…

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6 commenti

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6 risposte a “Una questione di tempo…

  1. Schoolstorming

    E’ un esperimento sociale elegante, ci spiazza a tal punto da farci vedere le cose da un’angolazione eccentrica. Che cosa ci insegna?
    Che se sposti un grande e celebrato violinista dal teatro alla metropolitana nessuno se lo fila. Ma, mi chiedo, è davvero perché la gente non ha tempo? Oppure senza il sistema dell’arte che comprende le recensioni dei critici, le foto sulle riviste, i dischi e i concerti, le interviste televisive, insomma senza tutto ciò che fa di un violinista un celebre violinista non siamo in grado di riconoscerlo per quello che fa?
    E, per converso, quanti sono i grandi poeti, pittori, cantanti, performer in giro per le metropolitane del mondo che nessuno riconosce e che non avranno mai il bene di avere qlc che dal tubo li porta su un palcoscenico?
    Sapere riconoscere l’arte è un dono che è vicino, talvolta persino superiore, al genio creativo.
    G.To.

    • Schoolstorming

      Forse è anche questa una questione di tempo. Critici, riviste, interviste e quant’altro ci venga fornito dai mass-media sono sì un fenomenale sistema pubblicitario e divulgativo, ma ci tolgono anche “l’impiccio” di doverci fermare ad ascoltare, guardare, valutare e riconoscere. E’ già tutto pronto, come un cibo precotto, si fa prima a consumarlo…Ciò che dici è vero, collega, “saper riconoscere l’arte è un dono”. Mi vengono in mente certi talenti che sono riuscita ad ascoltare per le strade, mi sono fermata ad ascoltarli e come, altro che fretta. Ho ascoltato certi artisti a Covent Garden a Londra che avrebbero fatto impallidire molti fenomeni da carta stampata…Alcuni hanno pure fatto strada, ma solo in ambienti non troppo comuni e commerciali, ahimé. Ecco perché affermo che il tempo c’entra: anche se la gente avesse un occhio e un orecchio sopraffino, come potrebbe accorgersi di avere di fronte un talento, se non si prendesse nemmeno la briga di fermare un momento il mondo per scendere alla fermata dell’incanto e dello stupore?
      L.B.

  2. Chissà se fosse capitato a me di capitare in quella metropolitana, che cosa avrei fatto? Alla fine anche questo è espressione della nostra libertà: siamo liberi di perderci tanto c’è di prezioso nel mondo.
    “Alcuni hanno pure fatto strada, ma solo in ambienti non troppo comuni e commerciali, ahimé.” A riguardo, cara prof, io ho fatto un pensiero tutto mio. Ho scoperto da qualche tempo che ci sono posti autentici, ben frequentati, che offrono in spettacolo giovani talenti che spesso, soprattutto grazie al contesto, si riescono ad apprezzare in maniera molto ampia, per la loro bravura ma forse anche per la propria felicità… Ci sono posti e momenti che talvota ci appaiono surreali per l’intensità con cui li viviamo.
    ..Anche io mi sono fermato ad ascoltare un giovane a Covent Garden, a Novembre e credo che questo abbia un grande valore: che ci siano giovani che condividono la loro musica per strada, e magari la sera suonano per qualche pub o locale e con un po’ di fiuto li si riesce a incrociare in una serata che si rivela intimamente emozionante, a seconda dei punti di vista… Conoscendo qualche ragazzo che fa questo posso dire che amano il loro successo, il successo della serata, degli sguardi e degli applausi di quei gruppi più o meno ristretti che quando li ascoltano lo fanno con gusto.
    Non abito a Washington, chissà che frenesia in quella metro. Posso immaginare la scena, ma non posso sapere se mi sarei fermato o no.. Amo gli artisti di strada però.

  3. Schoolstorming

    Ami gli artisti di strada? 🙂 Li amo tantissimo anche io, appena posso mi fermo a guardarli! Allora ti porto un secondo in Norvegia, sei pronto?

    E ora stupisciti. Io lo trovo incredibile!

  4. Schoolstorming

    Eccellente! Se amate gli artisti da strada e siete in zona non perdete Ferrara Buskers. Certo che il ragazzo del video si è scelto una vita in salita. La batteria è voluminosa (vabbè che ha il carrettino, ma vuoi mettere un’armonica a bocca?) e poi deve scegliere un luogo lontano dal centro, altrimenti i negozianti ti inseguono col forcone e, diciamo la verità, non hanno tutti i torti. Se poi sei in Liguria dove l’ospitalità è proverbiale… 🙂 G. To.

  5. Schoolstorming

    :-)) Imperdibile Casalino!…Non è un paese per…liguri! 😉
    Grazie della segnalazione collega! La seconda metà di agosto cercherò di non mancare a Ferrara…farà pure caldo, ma mi sa che varrà la pena di sudare! E ora dimmi un po’ : com’è che hai pensato proprio all’armonica? Eh? 😀

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